COOP Allenza 3.0 ha raccolto complessivamente oltre 80.000 €, che verranno divisi in parti uguali su ogni Provincia coinvolta nell’iniziativa, a favore dei 35 centri antiviolenza e associazioni partecipanti. La nostra associazione ha ricevuto un contributo di 2.400 € in denaro e gift card per acquisti presso tutti i punti vendita Coop Alleanza 3.0. Grazie alla COOP per sostenere le nostre attività.
Categoria: Eventi
EVENTI PER IL 25 NOVEMBRE
Gli eventi hanno l’obiettivo generale di sensibilizzare il nostro territorio rispetto al gravissimo fenomeno della violenza contro le donne nel periodo in cui ricorre la “giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne” prevista il 25 novembre.
Le serate organizzate dall’Amministrazione Comunale in sinergia con l’Associazione “Cerchi nell’acqua” hanno come obiettivo specifico di condividere con la popolazione:
a) la delicatezza e la profondità artistica attraverso la tecnica della fotografia;
b) un concerto leggero e divertente per una dichiarazione d’amore alla DONNA;
c) uno spettacolo di danza sul tema della violenza di genere;
d) una serata informativa sul codice rosso
Inaugurazione mostra fotografica “Una su tre”
L’ Associazione Cerchi nell’ Acqua ed il Comune di Majano sono lieti di invitarvi all’ inaugurazione della mostra fotografica, 1/3 (una su tre), primo dei quattro eventi in calendario per il 25 Novembre, giornata internazionale per l’ eliminazione della violenza contro le donne.
La mostra fotografica 1/3 ci pone di fronte a una realtà scomoda e spesso taciuta: secondo le stime dell’UNIFEM, una donna su tre nel mondo ha subito violenza fisica o psicologica almeno una volta nella vita, semplicemente per il fatto di essere donna. Dietro questo titolo, che sembra asettico e statistico, si cela un impatto concreto e devastante, che tocca donne di ogni età, provenienza e stato sociale.
Nel percorso espositivo, quindici donne sono ritratte senza alcuna indicazione esplicita che suggerisca chi di loro abbia subito violenza. L’idea è chiara: non si può sapere guardando dall’esterno, così come nella vita di tutti i giorni non possiamo cogliere con un semplice sguardo la profondità di ciò che altre persone vivono o nascondono. L’obiettivo è smontare il pregiudizio secondo cui il dolore e il trauma siano immediatamente visibili, e sensibilizzare lo spettatore sul fatto che la sofferenza, purtroppo, si nasconde con facilità. Il percorso si chiude con uno specchio che invita il visitatore a guardarsi e a riflettere: chiunque, a prescindere dal proprio vissuto, potrebbe trovarsi di fronte a questa esperienza. 1/3 non è solo una mostra, ma un percorso di consapevolezza, un invito a smascherare ciò che non vogliamo vedere, e a riflettere su come possiamo riconoscere, anche in noi stessi, il silenzio e la resilienza delle vittime.
La mostra è accompagnata da un audio dal testo ironico e pungente scritto da Anna Rana, una giovane autrice che simula una pubblicità per un correttore miracoloso capace di coprire i lividi e le ferite lasciate dalla violenza. Con tagliente sarcasmo, il testo denuncia l’assurdità della necessità di “nascondere” i segni di una sofferenza che dovrebbe, invece, trovare ascolto e riconoscimento. Questo è il testo:
“Corri in profumeria per non perderti le ultime novità della stagione autunno inverno! Nuovo correttore, dermatologicamente testato, disponibile in 10 colorazioni. La tua pelle come non la avevi mai vista. Grazie alla nuova formula extra coprente, ottenuta con ingredienti naturali, macchie e rossori saranno solo un lontano ricordo. Nessuna occhiaia è troppo scura per noi! E non ci sarà livido che non riusciremo a far sparire. Non sei stanca di vederteli sempre addosso? Potrai finalmente dire addio alle maniche lunghe ad agosto. Grazie a questo nuovo correttore non si vedrà più niente, nessuna traccia dei suoi pugni, dei suoi schiaffi, dei suoi calci, delle sue mani su di te. Nessuno ti porrà più domande, non dovrai più mentire dicendo di essere caduta dalle scale, che poi, chi cade dalle scale 4 volte a settimana? Non si vedrà niente. Non è che vuoi sparire anche tu? Mai più un graffio, un occhio nero, un segno attorno al collo, i dolcevita torneranno nell’armadio assieme agli scheletri. Ma i tuoi mostri non sono la tua unica compagnia. Non sei sola. Parlane. Raccomandato da 9 donne su 10.”
Quattro chiacchiere attorno alle orchidee….con Sandra
14 APRILE: Ti regalo il mio tempo!
5 aprile ore 20.30: CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE DI SE’
8 marzo…festa della DONNA…APERTURA NUOVA SEDE!
E’ stata una bella serata, abbiamo condiviso la gioia di una nuova CASA per la nostra associazione e questo grazie al dott. Valentino Trojani che ci ha concesso di utilizzare questo bellissimo locale gratuitamente e grazie al Comune di Majano che ci sostiene. Eravamo in tante, eravate in tanti! E’ un inizio e ora possiamo partire offrendoci e offrendovi spazi di ascolto, ricreativi, informativi e culturali. Vi aspettiamo!
INAUGURAZIONE NUOVA SEDE OPERATIVA CERCHI NELL’ACQUA
Siamo felici di potervi invitare all’inaugurazione della nostra sede operativa in via Udine 25 a Majano , grazie alla preziosa collaborazione con il farmacista dott. Trojani e il sostegno del Comune di Majano . E’ un luogo che ci permetterà di essere più accessibili e creative nell’offrire spazi dove ritrovarsi e ascoltarsi in un ottica in cui SOLO ASSIEME possiamo affrontare la complessità della realtà dei giorni d’oggi. Saremo liete di poter festeggiare assieme questa apertura!
Il discorso integrale del padre di Giulia per l’ultimo saluto alla figlia
Carissimi tutti,
abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l’impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili.
La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra,
vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma.
Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di
cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità,ascoltando le
donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione
personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e
dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all’esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli. Dobbiamo investire in
programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l’importanza delle relazioni sane e la
capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza
ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche,
e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la
disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono
qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare
unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo.
Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare
questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi DEVE essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come
bisognerebbe imparare a vivere:
“Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,ma di come danzare nella pioggia…”
Cara Giulia,
è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma,voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio.”
Padova, 5 dicembre 2023.
Gino Cecchettin
LUI E LEI: UNIVERSI PARALLELI
24 NOVEMBRE ORE 20.30 AUDITORIUM DI MAJANO
CATERINA MASULO E TIZIANO COSSETTINI
Quando a inizio settembre abbiamo pensato al progetto intitolato Donne: femminile, plurale ,avevamo deciso di affrontare la tematica molto drammatica della violenza sulle donne improntando il nostro intervento soprattutto su una serie di eventi che potessero dare spazio alla prevenzione alla violenza e abbiamo pensato che ciò potesse accadere attraverso il dare voce a questa tematica attraverso la musica ( concerto del trio con RebiRivale premiata da Amnesty international per la difesa dei diritti umani), una serata informativa sull’emancipazione della donna attraverso l’educazione finanziaria , una serata informativa sulla forza di un gruppo di auto mutuo aiuto che faremo partire a gennaio per le donne dove potersi ascoltare e raccontare senza giudizio, la presentazione del libro della psicologa Beltramini dal titolo “la violenza di genere in adolescenza” ( che abbiamo reinviato causa mal tempo al 2 di dicembre in sala consigliare) e per concludere lo spettacolo di stasera con Caterina Masulo e Tiziano Cossettini dove si affronta la difficoltà del dialogo nella coppia e come sia importante il dialogo e l’ironia nell’affrontare i problemi relazionali.
Grazie Caterina e Tiziano per la bella serata trascorsa! Caterina a fine spettacolo ha vouto lasciare questo messaggio al pubblico:
” Abbiamo voluto un pò ribaltare la situazione,un pò stemperare… guai se non ci fosse un pò di umorismo, un pò di risate. Io penso che dove c’è violenza…la violenza ha tante origini e tra i motivi c’è il non saper ridere, perchè la risata rilassa, ti aiuta ad accettare le tue paure. Proprio dopo aver fatto una bella risata siamo più rilassati, più aperti e più disponibili verso gli altri. Noi nel nostro piccolo facciamo questo, diffondiamo un pò di risate, che è come dare una pillola all’anima e fa bene!”